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Intervista a Dadobax @VeneziaComics 2016

Intervista a Dadobax @VeneziaComics 2016

Durante la giornata di oggi al VeneziaComics abbiamo avuto modo di scambiare due parole con Dadobax, uno youtuber che apprezziamo particolarmente per il suo stile ed il suo modo di esporre le sue argomentazioni.

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Stgames: Siamo qui con Corrado, conosciuto sul web come Dadobax, youtuber che si occupa di gaming in modo piuttosto atipico e particolare.

Dadobax: Salve a tutti!

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Stgames: Cominciamo con una classica domanda sul banalotto andante. Come hai iniziato la tua carriera su youtube?

Dadobax: La mia avventura su youtube inzia in tempi non sospetti, nel lontano 2009… In quegli anni non utilizzavo youtube come mezzo per intrattenere gli utenti ma come pura e semplice piattaforma di condivisione video.

I primi video erano semplici video demenziali da condividere con gli amici per riderci su e senza preoccuparci delle visite a questi.

Dopo anni, con l’arrivo di una buona connessione in casa mia è arrivato il periodo in cui ho conosciuto l’altra faccia di youtube, quella dell’intrattenimento.

Ho pensato quindi di poter condividere la mia passione con gli altri visto che questa piattaforma sembrava offrire una specie di televisione alternativa.

Così la mia avventura come Dadobax ha inizio nel Febbraio 2012, come si può anche evincere dalle pubblicazioni più vecchie sul mio canale.

Stgames: Nei tuoi video si evince uno stile particolare poiché non miri né a spiegazioni “accademiche” né a forme particolari di intrattenimento ma sembra quasi che tu voglia solo comunicare le tue emozioni da videogiocatore. Insomma, secondo noi almeno, il tuo stile è unico… Hai tratto ispirazione da qualcuno in particolare per questo modo di esporre la tua passione?

Dadobax: Non me lo sono mai chiesto in realtà. Di certo ci sono youtubers che seguo e mi piacciono moltissimo e dai quali, probabilmente, prendo ispirazione.

Diciamo che, a dirla tutta, ho imparato a fare video guardando video: che siano di intrattenimento puro o più “complessi” non c’è differenza.

Un esempio pratico è la mia spontaneità davanti all’obbiettivo che mi arriva direttamente da Frank Matano ai temi de lamentecontorta, giusto per farti capire quando scollegate le due cose possano essere.

lamentecontorta

Quello che voglio dire è che secondo me su youtube ci sono moltissime cose belle, ognuno propone contenuti differenti e in maniera differente e il mio modo di fare video deriva da anni e anni da “spettatore” che mi hanno fatto maturare uno stile tutto mio che, certamente, prende spunto da tutto quello che guardo sulla piattaforma e che mi serve per comunicare quello che sento.

L’esempio calzante è quello dello scrittore: è necessario leggere per poter maturare un proprio stile.

Concludendo le idee sono mie ma lo stile è stato maturato negli anni attraverso lo “studio” di quelli che per me sono i maestri su youtube.

Stgames: Parlando di idee appunto, una delle serie che più apprezziamo sul tuo canale è “Videogiochi che non esistono”..

Dadobax: Oh! Addirittura? Dovrei continuarla…

Stgames: Ecco, quello che volevamo chiederti è appunto: quando continuerà? Ci descriveresti qui al volo un tuo videogioco che non esiste?

Dadobax: Questa è una rubrica che ho iniziato per continuarla ma non a cadenza fissa poiché quando mi vengono in mente i giochi io li porto li.

Poiché al momento non ho giochi in testa ma mi hai posto questa domanda ti descriverei una console che non esiste..

Stagames: Siamo tutt’orecchi!

Dadobax: Non è nulla di totalmente originale poiché per come il mondo videoludico si sta muovendo questo tipo di console potrebbe arrivare sul serio.

Si tratta di una console basata sul cloud computing.

CloudComputing

In genere per cloud computer si intende il far girare un Software molto molto pesante da far girare su una macchina, su una server farm.

Cosa si può fare quindi?

Basandoci su quanto la console vende sarebbe possibile far girare i giochi su un cloud costituito dalle console stesse connesse che rappresenteranno quindi la potenza computazione del sistema: banalmente, più console sono vendute meglio è.

Questo prevede chiaramente potentissime connessioni internet…

Per il controller avrei pensato ad un’idea piuttosto banale: abbiamo tutti, in casa, un potentissimo mezzo tecnologico che può essere sfruttato come controller ma che nessuno utilizza come tale… Lo smartphone.

phone controller

Perché quindi non vendere semplicemente degli add-on da collegare al proprio dispositivo mobile per renderlo a tutti gli effetti il controller di questa console?

L’unica nota negativa sarebbe la durata della batteria ma, se ci pensiamo bene un controller ps4 dura 4 ore circa quindi tanto vale utilizzare il proprio smartphone!

La vendita dei videogiochi invece la vedo strutturata, come tanti stanno facendo ultimamente e nel quale vedo il futuro, con un servizio in abbonamento, un po’ come Netflix: pagando x al mese hai a disposizione tutti i titoli del catalogo.

Questo spingerebbe i produttori a focalizzarsi anche sui prodotti di nicchia poiché le “hit” continueranno a far generare guadagno a tutta la struttura e, nel momento in cui è un insieme a far generare il guadagno e non il singolo gioco sarà più semplice dare spazio a prodotti più di nicchia.

Stagames: Beh… che dire… wow! Un’idea tanto semplice quanto efficace! Dunque, sappiamo che sei laureato in Ingegneria Informatica…

Nei tuoi progetti per il futuro, vista la tua passione e la competenza, hai pensato di dedicarti all’altro “lato” del gaming e quindi allo sviluppo di un videogioco vero e proprio?

Dadobax: Sinceramente no. Quando ero più giovane questo è stato uno dei motivi che mi ha spinto alla scelta del corso di laurea anche se, con il passare del tempo, mi sono accorto che il mondo che andavo a studiare è molto più aperto.

Quindi no, preferisco vivere i videogiochi da fruitore.

Stagames: Cambiamo discorso. Uno dei video che, fra tutti, ha suscitato più scalpore sul tuo canale è quello su Clash of Clans dove tu, usando questo titolo come esempio, esponi la tua in maniera un po’ provocatoria verso questi tipi di videogiochi che si basano su un sistema di pagamento per avanzare. Ultimamente se ne vedono tanti di titoli, anche completi, con al loro interno la presenza di microtransazioni.. Tu vedi questa “moda” come la morte del videogioco? Come percepisci quindi questo sistema nel sistema videoludico attuale?

Dadobax: Prima o poi dovrò parlarne in video di questo discorso poiché me ne parlati in molti. Inizio con il dire che quel video in particolare non ha fatto proprio scalpore poiché i video che fanno scalpore sono altri… Semplicemente in rapporto alla mia solita produzione ha generato più negatività del solito.

Tornando alla domanda che mi hai fatto… Questa è la prima volta che ne parlo pubblicamente poiché il concetto lo sto un po’ formulando per un prossimo video, credo che questa sia la migliore generazione videoludica di tutti i tempi.

Basti pensare agli ultimi anni e ai videogiochi che sonno usciti in questo periodo, il solo The Last of Us ne è la prova.

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Poi, come spesso ripeto nei miei video, molti videogiochi sono stroncato forse dal troppo hype che si genera attorno a loro e per questo basti pensare a Fallout 4, un bellissimo titolo stroncato dalle troppe aspettative.

Bisogna quindi maturare una visione più adulta del videogioco: i videogiochi belli e pronti non esistono più quindi dobbiamo abituarci a giochi che si completano e si compongono man mano che si avanza.

Quello che è cambiato non sono i videogiochi ma i videogiocatori quindi ed è necessario abituarsi a questo “nuovo” mondo.

Per farti un esempio prendi Quake. Sua maestà Quake. All’uscita aveva un bug enorme, quello del rocket jump solo che all’epoca i videogiocatori non se ne importavano anzi! Si divertivano a sfruttare questi errori, questi bug, a loro vantaggio.

Ne mondo di oggi il videogiocatore è diventato più esigente e si fanno necessarie piccole patch e piccoli aggiornamenti nel corso della vita di un videogioco.

Tornando alla domanda iniziale però: finché esistono videogiochi capaci di funzionare anche senza microtransazioni (come Clash of Clan) il fatto che esistano queste meccaniche non mi fa paura ne mi tange.

Stgames: Con questo hai risposto anche all’altra domanda che volevamo porti che si riferiva proprio a questo cambio drastico del videogiocatore.

Concludiamo chiedendoti ora quale è stato il videogioco che più ti ha segnato nella tua vita, quello che ti ha fatto crescere di più come videogiocatore e come persona.

Dadobax: Mah… Il videogioco che mi ha più segnato…

I miei videogiochi preferiti sono Stracraft e Grim Fandango ma se devo trovare un gioco che mi ha insegnato qualcosa effettivamente quello è Civilitazion perché mi ha insegnato come funziona il mondo.

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Prima di giocare a questo titolo non mi erano chiare tante cose come ad esempio la guerra: giocando a Civilization ho imparato che la guerra è, purtroppo, fondamentale (e sottolineo che io sono una persona pacifista).

Anche Hegel sosteneva che per prevenire la fossilizzazione dei popoli la guerra è necessaria e finché la studi e basta non capisci finché non le provi.

Quando in Civilization vedi che il tuo popolo sta morendo e che l’unico modo per salvarlo è la guerra riesci a vedere le cose in maniera differente.

Quindi si, Civilization è stato forse il titolo che mi ha insegnato più cose in assoluto sul mondo reale.

Stgames: Beh! Un concetto molto forte ma molto, molto vero. Ti ringraziamo per il tempo che ci hai concesso, in bocca al lupo per il futuro e alla prossima!
Dadobax: Grazie a voi! Alla prossima!

Lettore, scrittore, videogiocatore accanito...Vivo troppo nel passato videoludico per potermi godere a pieno il presente. Indie Game supporter. Poeta maledetto dalla nascita.