Echoes of Aetheria – Recensione (2 di 2)

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Un matrimonio, cibo, spose, gente, festa e… rapimenti.

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Certo, l’ultimo punto si direbbe piuttosto inusuale per un giorno di festa come può essere per l’appunto un matrimonio eppure per Lucian è quello che è successo. E’ in questa situazione che i troviamo all’inizio di Echoes of Aetheria, a risolvere quello che sembra un normale rapimento della sposa in un matrimonio che sembra avere grande importanza nella politica del luogo.

Già, il luogo. Dove ci troviamo? Perché questo matrimonio è così importante? Perché questo rapimento?

Lucian sembra essere interessato solo a ritrovare la sposa la quale apprendiamo essere la Principessa Soha.

Incontriamo Ingrid, una ladra bramosa di conoscenza che, suo malgrado, sarà coinvolta nella liberazione di Soha.

Narrazione

Da qui in poi è il caos: ci troveremo impigliati in una fitta rete di trame e sottotrame da non riuscire a trovare respiro per tutta la durata dell’intera avventura.

Non abbiamo volutamente citato i luoghi, gli altri personaggi e tutte le trame politiche presenti all’interno di Echoes of Aetheria per non privarvi di una delle caratteristiche più belle del gioco per chi ama “perdere tempo” dietro alla lettura del background delle ambientazioni.

echoes 1Una sezione del menù di gioco, infatti, ci si presenta come un enorme wall of text, diviso in categorie, all’interno del quale possiamo apprendere (a costo di intere sezioni di gioco dedicate alla lettura) tutta la Lore che sta dietro al titolo.

Perché una cosa del genere la consideriamo una delle caratteristiche più belle del gioco? Perché è bello poter affrontare il titolo in due differenti maniere; Se da un lato possiamo affrontarlo infischiandocene delle motivazioni di fondo del nostro viaggio e della Storia che ha portato agli eventi poco prima narrati dall’altro possiamo approfondire minuziosamente ogni singolo aspetto del mondo di gioco riuscendo così a comprendere meglio, e più approfonditamente, quello che stiamo andando a fare.

Certo, una scelta di design piuttosto azzardata e che potrebbe non essere apprezzata da tutti eppure siamo rimasti molto colpiti dal tempo che siamo riusciti a perdere, senza accorgercene, dietro alla lettura di questi testi che ci hanno permesso di affezionarci ancora di più all’avventura e permettendoci d affrontarla, sin dall’inizio, in maniera piuttosto consapevole, come se fossimo vissuti all’interno del gioco da sempre.

Esplorazione

Narrazione a parte, il punto focale di Echoes of Aetheria è l’esplorazione. Tralasciando il classico grindind da fare andando in giro nelle mappe di gioco a combattere i nemici che appaiono, esplorare significa trovare centinaia di segreti ma sopratutto di strumenti.

Gli strumenti sono tantissimi e molto vari anche se quello che interessa a noi è il sistema di crafting basato, appunto, su questa infinità di strumenti presenti all’interno del titolo.

Possiamo craftare armature o armi da assegnare a uno o più personaggi che vanno ad aumentare una o più statistiche che possono essere modificate utilizzando differenti maniere di craftare l’oggetto in questione.

Insomma si tratta di un sistema di crescita del personaggio particolarmente profondo, complesso ed estremamente attraente per tutti coloro che sono legati alla “pornografia dei numeri”.

Esplorare non significa solamente trovare strumenti, mostri ed esperienza ma trovare anche pergamene con le quali imparare skill (attive o passive) da poter distribuire ai personaggi che possono tenerne 7 attive e circa 4 passive.echoes4

Se da una parte esplorare il mondo di gioco ci porta numerosissimo vantaggi dall’altro ci troviamo di fronte ad una pessima scelta di design che vede l’esplorazione come una parte piuttosto ripetitiva e noiosa.

Alla lunga potrebbe risultare frustrante esplorare ogni luogo senza avere davanti un vero e proprio scopo che non sia la soddisfazione personale e, quando ci troviamo di fronte a puzzle ambientali questi sono sempre, purtroppo, gli stessi.

Possiamo raggrupparli in due macro-categorie: nella prima dobbiamo cercare bottoni colorati che vanno ad aprire porte dello stesso colore nella mappa e nella seconda ci troviamo di fronte a dei teletrasporti che c portano in un punto preciso della mappa (un po’ come la palestra di Sabrina nei primi giochi Pokémon).

All’inizio di ogni missione ci viene richiesto di scegliere un livello di difficoltà fra tre proposti e questo potrebbe innalzare un po’ il livello di sfida presente nel titolo anche se ai livelli più alti determinati nemici e sopratutto boss risultano parecchio frustranti.

Combat System

Infine il combat system. Forse la più grande pecca del gioco.

eoa_battle_02Ci troviamo in un combattimento a turno su una griglia; possiamo usare numerosi armi, abilità e strumenti il tutto gestito da un classicissimo menù. Dove sta allora il problema?

Nella griglia della battaglia: che senso ha utilizzare un sistema del genere se risulta del tutto superfluo spostare i propri personaggi in battaglia?

Ad un certo punto del gioco ci si ritroverà a non utilizzare più lo spostamento proprio perché si capisce essere completamente inutili ai fini di qualsiasi battaglia. Un vero peccato.

Concludendo

Tirando le somme Echoes of Aetheria è un ottimo JRPG che brilla sopratutto sotto l’aspetto della trama, piena di supsance e colpi di scena, ma che perde tanto sotto tutti gli altri punti di vista.

Lo consigliamo? Decisamente si per gli amenti del genere, decisamente no per tutti gli altri.

Pro

  • Narrazione gradevole
  • Ottima trama
  • Comparto tecnico gradevole

Contro

  • Combat System
  • Esplorazione troppo noiosa
6.5

Sufficiente

Lettore, scrittore, videogiocatore accanito...Vivo troppo nel passato videoludico per potermi godere a pieno il presente. Indie Game supporter. Poeta maledetto dalla nascita.