Little Battlers eXperience – Recensione

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LBX, o Little Battlers eXperience, è un titolo sviluppato da Level-5 dal quale è stata tratta anche una serie animata e un manga e narra la storia di Van Yamano e del suo piccolo robot.

Prima di mettere le mani sul titolo ero assai curioso e interessato visto, non lo nascondo di certo, la mia passione per i cartoni animati giapponesi e sopratutto per i robot.

Io, in particolare, ho avuto un’infanzia costellata da robot dai nomi altisonanti come Mazinga o Jeeg Robot d’acciaio o Daltanious, quindi in un modo o nell’altro si è sviluppata in me una passione sfrenata per questi enormi colossi di metallo con armi futuristiche.

Una delle serie animate che più guardavo con piacere era Medarot, una serie nella quale erano presente dei robot in formato minuscolo e che combattevano, guidati dal loro Master tramite un particolare controllo vocale, contro altri robot (il tutto ovviamente inserito in una trama piuttosto carina per un cartone animato del genere).

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Ecco, sin dal primo trailer di LBX la sensazione che ho avuto è stata quella di una piacevole nostalgia che mi ha riportato indietro con gli anni fino alla serie di Medarot.

Non ho mai visto, e non so francamente se vedrò mai, la serie animata di LBX quindi non ho potuto godere a pieno dei personaggi che magari altri hanno visto e apprezzato nella serie ma ho comunque goduto, e moltissimo, di tutti quei riferimenti al mondo dei Medarot, mondo di cui sono tutt’ora innamorato.

Digressione nostalgica a parte cominciamo a parlare di LBX incominciando, come consuetudine, dalla trama: semplice (forse troppo), lineare ma allo stesso tempo ricca di gustosi colpi di scena che più volte mi hanno fatto sorridere e rimanere a bocca aperta (sopratutto nelle fasi finali di gioco).

La storia si apre con Van, il nostro piccolo protagonista, che è un appassionato di LBX e, nonostante non ne possegga ancora uno, è un combattente che sa il fatto suo grazie alle battaglie che svolge ogni tanto nel negozio di LBX di fiducia nella sua città.

Il padre di Van è l’inventore di questi piccoli robot da combattimento i quali dopo un insuccesso iniziale dovuto alla loro “pericolosità” per i ragazzini hanno iniziato a spopolare grazie alla messa in commercio di piccole arene da battaglia portatili nelle quali non avrebbero fatto danni a nessuno.

Il papà di Van scompare misteriosamente in quello che ha tutto l’aspetto di un incidente aereo e la madre, per questo, è contraria agli LBX anche se capitolerà quando Van ne porterà a casa uno ricevuto in dono da una donna misteriosa che poco prima lo aveva sottratto da un laboratorio segreto.

La donna misteriosa gli dice che quell’LBX doveva consegnarlo proprio a lui e con questo avvenimento la storia di gioco ha finalmente inizio.

lbx2Fra cliché, colpi di scena e sorrisi arriveremo alle battute finali dove, dopo una ventina di ore circa, saremo quasi dispiaciuti di aver terminato il titolo che comunque ci regala una longevità notevole e potenzialmente infinita grazie ad una serie di contenuti sbloccabili come le battaglie in ranked contro il resto del globo o tornei particolari.

Il gameplay di LBX è di quanto più semplice si possa immaginare, unisce alla perfezione lo spirito dei GDR ad uno stile action ben costruito garantendo semplicità ed immediatezza.

Controlleremo direttamente in nostro robot nelle fasi di battaglia all’interno delle arene pre-costruite

all’interno delle quali ci sono permessi i classici movimenti (salto compreso) e gli attacchi divisi sapientemente in melee e distanza a seconda dell’arma che stiamo utilizzando.

Sarà possibile parare, schivare, utilizzare attacchi speciali e utilizzare alcuni strumenti particolari che ci semplificheranno (come se ce ne fosse bisogno) le battaglie.

Le fasi che non comprendono il combattimento riguardano, oltre alla missione principale e ad una manciata di (noiose) missioni secondarie, sopratutto la parte di customizzazione del proprio robot al quale è possibile aggiungere o modificare pezzi in modo da potenziarlo sempre più e avere una resa migliore in combattimento.lbx1

Ogni LBX è formata da 4 elementi fondamentali: CPU, memoria centrale, motore e batteria.

La CPU determina l’arma migliore per il robot, la memoria centrale il numero di attacchi speciali memorizzabili, il motore il numero di Punti Batteria che consumerà ogni nostra azione in battaglia e la batteria che determinerà, appunto, il numero di Punti Batteria.

In battaglia vi è anche da tenere conto di due componenti ulteriori: il misuratore C e la Tensione.

La seconda è la classica stamina mentre il primo è un contenitore da riempire prima di poter sferrare un attacco speciale.

Ognuna di queste componenti è modificabile e totalmente customizzabile grazie ad una disponibilità di pezzi e combinazioni praticamente infinite.

lbx4Purtroppo però, e qui iniziano gli aspetti negativi, il titolo non brilla molto sotto questo aspetto poiché la modalità in singolo giocatore non da troppe possibilità di customizzazione.

Nonostante sia possibile (e il titolo consiglia di farlo) personalizzare il proprio LBX è del tutto inutile farlo per il completamento della modalità single player nonostante a gioco finito, nelle modalità in multiplayer è quasi d’obbligo creare combinazioni particolarmente efficaci per scalare le classifiche globali.

A nostro avviso questa è una pecca piuttosto grossa: non lasciare libertà o meglio, rendere inutile la libertà del videogiocatore in un titolo del genere (si parla sempre del single player) è piuttosto grave.

Non saremo spinti in alcun modo a testare e a provare nuove strategie o nuovi componenti all’interno del titolo semplicemente perché non c’è bisogno nonostante LBX offra numerosi spunti.

All’interno di Little Battlers eXperience infatti è presente una componente strategica non indifferente vista la possibilità di infliggere status alterati grazie ad armi elementali che sbilanceranno la partita in favore e contro il giocatore anche se, ancora una volta, lo sviluppo del titolo è stato fatto piuttosto male: lo status di surriscaldamento è il più forte dell’intero titolo, infliggerlo significa aver vinto così come riceverlo è una sconfitta quasi certa.

lbx3Con quello status saremo più lenti e incapaci di difendere o offendere in qualunque modo, capirete come uno status del genere va ad oscurare completamente tutti gli altri spingendo il giocatore a puntare su armi e attacchi che causano questo piuttosto che puntare su altro.

Se non altro siamo difronte ad un gameplay piuttosto semplice e pulito che riesce a non annoiare e a divertire con poco.

Il vero punto negativo di Little Battlers eXperience, alla fine dei conti, è proprio il target di riferimento che ha portato gli sviluppatori a non osare puntando su scelte di gameplay che fanno un po’ storcere il naso al videogiocatore più vissuto.

A contribuire a tutto ciò c’è il tasso di sfida su cui è meglio sorvolare anche se, finita l’avventura, tutto quello che sbloccheremo saprà ricompensarci per la pazienza avuta: è li che il gioco inizia davvero per il videogiocatore più esigente.

Tirando le somme Little Battlers eXperience è un titolo che avrebbe potuto, e dovuto, osare di più ma è rimasto legato, come spesso accade, al suo target di riferimento.

Tecnicamente valido (anche se leggermente “obsoleto”) e con un gameplay che sa far divertire e rimanere incollati alla console è un titolo che consiglieremo a chiunque abbia voglia di un action-rpg non troppo complesso per passare il tempo.

E poi ci sono i ROBOT!

Pro

  • Ci sono i Robot..
  • ..e i Robot sono belli!
  • Gameplay semplice...
  • .. e divertente!
  • Longevità potenzialmente infinita
  • Grande libertà al giocatore...

Contro

  • ... ma sfruttata male nel single player
  • Poteva osare di più
  • Tasso di difficoltà ridicolo
  • Tecnicamente leggermente indietro
8

Buono

Lettore, scrittore, videogiocatore accanito...Vivo troppo nel passato videoludico per potermi godere a pieno il presente. Indie Game supporter. Poeta maledetto dalla nascita.