Rise of Tomb Raider – Recensione (1 di 2)

Rise of the Tomb Raider

Giochi per Xbox One Xbox 360 • Giochi
9.5

Distinto

9

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Rise of Tomb Raider – Recensione (1 di 2)

Rise of Tomb Raider – Recensione (1 di 2)

Square Enix e Crystal Dynamics hanno scelto un periodo un po’ funesto per lanciare sul mercato Rise of the Tomb Raider, il nuovo capitolo della saga di Lara Croft, limitato ulteriormente dall’esclusiva temporale che Microsoft si è accaparrata per l’ecosistema Xbox.

Sgomitando con i vari Fallout 4 e Call of Duty Black Ops III per riuscire a farsi spazio nei desideri videoludici dei tomb rider14videogiocatori, Rise of the Tomb Raider riesce ad emergere come un prodotto molto valido e confezionato con cura e maestria, ed è una perla di rara bellezza che nulla ha da invidiare ai due titoloni sopra citati.

Scoprite perché Rise of the Tomb Raider è uno dei giochi più belli che abbiamo giocato in questo 2015!

STORIA

La campagna in singolo rispecchia, nella tipologia degli scenari e delle situazioni proposte, quanto già visto in Tomb Raider.

In Rise of the Tomb Raider, Larà sarà alla ricerca della Tomba del Profeta per poter mettere le mani sul segreto dell’eterna giovinezza, oggetto sul quale vorrebbe mettere le mani anche la Trinità, l’organizzazione militare che farà da antagonista alla nostra giovane e agile protagonista.

tomb rider13Anche se la storia risulta alquanto telefonata (tanto da farvi immaginare il finale già a metà campagna) non manca qualche godibile colpo di scena, ed in generale la narrazione ed il ritmo degli eventi di gioco riuscirà sempre a farvi apprezzare ciò che accade sullo schermo.

Il vero capolavoro, e forse anche il vero protagonista di Rise of the Tomb Raider, è il mondo di gioco. Gli ambienti in cui Larà dovrà cercare di non farsi ammazzare sono tutti disegnati magistralmente, incantevoli da vedere e soprattutto vivi e dinamici.

Grazie anche ad un comparto tecnico in grado di valorizzare ogni ambientazione proposta in modo eccelso, la fredda Siberia e l’ostile Siria sono più belle che mai, una assoluta delizia per gli occhi dei giocatori.

La draw distance è veramente vertiginosa, capace di scorci di paesaggio da spaccamascella. Le ambientazioni, a differenza delle relative sequenze di gioco, sono molteplici e molto variegate tra loro, e spaziano da qualche micro sequenza subacquea ad enormi fasi all’aperto, dalle fughe da cardiopalma in claustrofobiche rovine sotterranee a sezioni di caccia nella spiazzante foresta siberiana.

Link alla seconda parte